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Lunedì 10 Ottobre 2022
Papa Giovanni Paolo II canonizza Padre Massimiliano Kolbe, martire ad Auschwitz
Il 10 ottobre 1982 nella Città del Vaticano Papa Giovanni Paolo II canonizza padre Massimiliano Kolbe come "martire della carità". Il prete cattolico ucciso il 14 agosto 1941 con una iniezione letale ad Auschwitz/ Oswiecim (Polonia) è considerato il patrono dei giornalisti, delle famiglie, dei prigionieri e di chi fa uso di prodotti chimici. Raimondo Kolbe, questo il suo vero nome, nasce l'8 gennaio 1894 a Zdunska Wola (Polonia), giovanissimo entra nell'ordine dei frati minori conventuali. Dopo l'ordinazione sacerdotale assume il nome di Massimiliano Maria e inizia in Polonia la sua instancabile attività missionaria. Fonda una rivista mensile e nel 1927 fonda Niepokalanow (la città dell'Immacolata), dove circa 700 frati consacrati a Maria si dedicheranno a ogni forma di apostolato. Nel 1930 raggiunge il Giappone, dove fonda una seconda città, "Mugenzai no Sono" (nella periferia di Nagasaki). Minato dalla tubercolosi, nel 1936 rientra in Polonia e qui prosegue l'apostolato della stampa fino al 17 febbraio 1941, quando è arrestato e internato nella prigione di Varsavia (Polonia). A maggio è trasferito nel campo di concentramento di Auschwitz, dove offre spontaneamente la vita per uno sconosciuto. Viene ucciso con un'iniezione di acido fenico il 14 agosto 1941 e sarà beatificato il 17 ottobre 1971 da Papa Paolo VI. Franciszek Gajowniczek, sergente dell'esercito polacco, è l'uomo al cui posto si sacrifica Padre Kolbe: riesce a sopravvivere ad Auschwitz. Tornato a casa, trova sua moglie viva, ma i suoi due figli sono rimasti uccisi durante un bombardamento russo. Gajowniczek muore il 13 marzo 1995 a Brzeg (Polonia).
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